QUANTO OLIO PRODUCE UNA PIANTA DI OLIVO?
Quanto olio produce una pianta di olivo? è un interrogativo per il quale non esiste una risposta univoca. Esistono infatti molte variabili da tenere presenti .
Urge prima di addentrarci nell’analisi delle variabili fare una precisazione su due termini, i quali non devono essere assolutamente confusi perché rispondenti a due domande diverse:
– resa in olio per quintale; questa indica quanti litri ha prodotto un quintale di olive. Le rese dipendono da cultivar, tipo di estrazione e altre variabili.
– resa in olio di un ulivo (quanto olio produce una pianta); questa indica quanti litri ha prodotto un albero di ulivo (poche volte una pianta singola produce un quintale di olive).
Se volessimo dare una risposta molto vaga e basata sull’esperienza la quantità di olio prodotta da un olivo è pari a 8-12 litri.
Quindi entrimo nello specifico per capire quanto olio produce una pianta di olivo:
1) Cultivar, ossia la varietà dell’ulivo (esistono cultivar più prolifiche di altre quanto a resa di olio rapportate ai quintali di olive prodotti)
3) Se la pianta è stata irrigata o ha ottenuto solo l’acqua attraverso le piogge
4) Condizioni climatiche durante l’anno
6) Cure agronomiche: fertilizzanti, trattamenti e potature
CULTIVAR
In Italia esistono circa 540 cultivar diverse di olivo ognuna della quali ha un proprio bagaglio di sapori, profumi, quantità di polifenoli e di altre caratteristiche che le distinguono le une dalle altre.
Tra queste caratteristiche vi è la resa in olio per quintale di olive, esistono varietà che a parità di quintali raccolti rendono più olio che altre.
Esistono ad esempio cultivar come la carolea o la coratina che hanno rese in olio maggiori di altre, la nostra coratina è caratterizzata da un sapore medio-intenso con un piccante amaro ben bilanciato ed è ricca di polifenoli, come non l’hai ancora assaggiata? Clicca qui… (link coratina shop)
DIMENSIONE DELLA PIANTA E DELLA CHIOMA DELL’ULIVO
Quando si pianta un nuovo oliveto, le piante sono piccole e improduttive, bisognerà attendere il quarto o quinto anno dall’impianto affinchè si abbiano i primi raccolti, seppur modesti, infatti la pianta in questa fase dovrà essere sapientemente coltivata dall’agricoltore che avrà il compito di tutelarla dalle avversità climatiche, darle una forma e mantenerla sana.
Un oliveto tradizionale può raggiungere il suo potenziale dopo quasi venti anni dal suo impianto.
Elementi utili possono essere l’irrigazione e la concimazione della pianta, essenziali l’assenza di malattie e gelate.
LA DIMENSIONE DELLA CHIOMA
La dimensione della chioma della pianta dipende dallo spazio disponibile, Il quale dipende dal sesto di impianto. (tradizionale- intensivo- superintensivo).
Negli oliveti tradizionali, con una densità inferiore a duecento alberi per ettaro, lo spazio tra un ulivo e l’altro può essere di quattro o sei metri, gli alberi, quindi, sono di dimensioni maggiori e con una quantità di olio prodotto per quintale di olive maggiore rispetto ad un oliveto intensivo o superintensivo.
In questo tipo di impianto, tradizionale, i limiti che si possono incontrare sono due:
- costi; questo tipo di impianti richiedono manodopera durante la raccolta delle olive e della potatura.
- disponibilità di acqua, non tutti gli oliveti sono dotati di impianti irrigui.
Gli oliveti intensivi, hanno una densità di trecento/quattrocento piante per ettaro.
Gli oliveti superintensivi variano dalle seicento sino alle milleseicento piante per ettaro.
In questi impianti lo sviluppo delle chiome è limitato dalle piante vicine, bisogna fare attenzione che non entrino in competizione tra loro, in ogni caso, avremo una quantità maggiore di olive per ettaro ma di dimensioni ridotte con quantità di rese in olio modeste rispetto ad un impianto tradizionale.
Discorso diverso la produzione di olio per ettaro. In ogni caso, gli oliveti intensivi e superintensivi producono più olio di quelli tradizionali, considerando che producono molti più quintali di olive. (NOTA: un ettaro di intensivo o super-intensivo produrrà più quintali di olive totali per ettaro e quindi più olio, discorso diverso se si analizza la resa in olio per quintale).
IRRIGAZIONE O UTILIZZO DELLE SOLE PIOGGE
L’olivo è una pianta da frutto capace di adattarsi a diversi tipi di terreno, clima ed anche all’ assenza di acqua.
Tuttavia è dimostrato che irrigando l’impianto si ottiene maggiore produttività, infatti, carenze idriche prolungate possono portare alla cascola delle olive e quindi ad una ridotta produzione.
Nelle stagioni poco piovose, per aumentare la produttività della pianta si utilizza l’irrigazione come ausilio delle modeste o assenti piogge primaverili e autunnali.
Sconsigliamo di irrigare la pianta in autunno; tale mossa essendo già concluso il processo di inolizione, che avviene tra settembre ed ottobre, sarà controproducente in quanto non farà altro che fare aumentare il quantitativo di acqua nel frutto.
Questo comporterà per i produttori un maggiore costo di molitura nel caso in cui si avvarrano di un frantoio esterno, in quanto le olive peseranno di più a causa dell’alto contenuto di acqua, mentre per i frantoiani la pasta sarà più impegnativa da gestire nelle fasi di trasformazione.
CONDIZIONI CLIMATICHE
L’ulivo è una pianta, in quanto tale il suo benessere ed i suoi conseguenti frutti dipenderanno anche dal clima durante l’annata produttiva. E’ fondamentale che in primavera non avvengano gelate, poiché queste possono bruciare i nuovi fusti necessari per le raccolte future.
La temperatura durante la fioritura (mese di maggio) non deve essere elevata perché alte temperature possono far seccare i fiori riducendo, quindi, la quantità di olive prodotte.
L’ALTERNANZA PRODUTTIVA BIENNALE
L’alternanza produttiva è una peculiarità dell’ulivo avvertito in alcune cultivar in maniera più netta che in altre.
In cosa consiste questa alternanza produttiva?
L’ulivo alterna annate in cui produce una gran mole di olive ad annate caratterizzate da produzioni modeste.
Infatti in passato si credeva che la potatura, raccolte non troppo tardive e buone pratiche agronomiche potessero eliminare il fenomeno, la risposta non è univoca, noi riteniamo che il fenomeno in tal senso possa essere limitato ma non eliminato in quanto dipendente dalla natura intrinseca della pianta stessa.
CURE AGRONOMICHE
Si intende con cure agronomiche l’insieme delle buone pratiche agricole comprensive del corretto utilizzo di concimi, fertilizzanti e trattamenti naturali a seconda delle esigenze e del tipo di coltivazione praticata dall’agricoltore.
Fondamentale per l’olivo è la potatura della pianta, tema che provoca ancora oggi dispute e perplessità.
La potatura dell’olivo è un tema molto discusso tra gli agricoltori poiché influisce sulla bilancia dei costi sia in termini di uscite sia in termini di produttività della pianta.
Una potatura troppo invasiva può pregiudicare il raccolto successivo, una errata anche più raccolti, di contro non potare la pianta porterà un lento e costante decrescimento produttivo nel corso degli anni seguenti.
QUALE È LO SCOPO DELLA POTATURA?
Il fine della potatura è la creazione di una chioma ordinata, arieggiata, che riceva la giusta quantità di luce solare per il corretto sviluppo del maggior numero di frutti e agevolare la raccolta degli stessi.
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