L’arte del blending (miscelare) deriva dall’inglese Blended o Blend, appunto mischiato-mischiare, ed è la capacità di creare blend partendo da prodotti appartenenti alla stessa categoria merceologica ma discendenti da varietà specifiche diverse.
Si è soliti parlare di blended nel mondo del whisky per distinguere un single malt appunto da un blended;
Tale termine però oggi è diffuso anche in settori come quello del caffè, vino, thè ed ovviamente nel settore oleario quello del nostro amato olio extra vergine di oliva.
Il Blendmaster tra professione ed arte
Il blendmaster è lo specialista preposto alla miscela dei prodotti; è necessario un talento innato da abbinare ad un olfatto ed un palato raffinati ai quali andrà accompagnata tecnica ed esperienza.
Il blending è l’arte di fondere varietà diverse per ottenere sapori e profumi diversi, in un certo senso unici; non esiste in commercio un blend uguale ad un altro, le ricette sono segretissime.
L’olio evo monocultivar e l’olio evo blend
In Italia esistono più di 540 cultivar altrimenti dette varietà di olive dalle quali discendono i monocultivar ed un’infinità di blend.
Influiscono nelle particolarità organolettiche e sensoriali che un olio monovarietale o un blend possono avere il metodo di estrazione e l’ambiente di coltivazione, la presenza o assenza di venti provenienti dal mare, il clima, il posizionamento degli oliveti in termini di latitudine, longitudine, altitudine ed ovviamente le caratteristiche del terreno, ovvero il terroir.
Un olio extra vergine di oliva può essere detto:
- MONOCULTIVAR-MONOVARIETALE se ottenuto da un’unica varietà di oliva.
- BLEND se deriva dall’unione di olii o olive diverse.
Come si fa il blend o blended dell’olio evo
Il blend dell’olio evo può essere effettuato in due modi:
BLEND EX TUNC altrimenti detto blended di olivaggio; il blend avviene frangendo olive di cultivar diverse insieme, pratica molto diffusa nelle piccole aziende artigianali olearie.
BLENDED EX POST comunemente detto blended di oliaggio; le diverse cultivar di olive vengono lavorate singolarmente. Una volta avvenuta l’estrazione, si può procedere a miscelare i diversi oli monovarietali così che ogni produttore possa creare il proprio blended; pratica molto diffusa presso grandi aziende commerciali le quali sono solite ritirare partite di olio dai frantoi italiani, comunitari ed esteri piuttosto che produrre l’olio.
Ogni Blendmaster e produttore miscelano le varietà di olive oppure olio per conferire al prodotto finale le caratteristiche sensoriali desiderate.
Blended conclusioni
L’arte del blending seppure generatrice di oli evo dai bouquet e sapori interessantissimi non è esente da critiche.
I critici, forti oppositori del blended di oliaggio, ritengono sia una pratica dei grandi gruppi industriali finalizzata al nascondere difetti di determinate partite di olio.
Questi critici, infatti, più che essere contrari all’arte del blending in generale sono contrari a determinate pratiche del settore oleario attuate, purtroppo, da alcune aziende.
Noi riteniamo che come ogni pratica il risultato dipenda dall’agire umano; è infatti innegabile che determinati blend di oli sono portatori di bouquet e sapori del tutto innovativi e superlativi al palato come è innegabile che ci siano altri davvero mal fatti o atti a nascondere difetti; questo dipende dallo scopo perseguito da talune aziende.
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