COSA VUOL DIRE VARIETA’ DI OLIVO?

Varietà di Olivo

La Varietà di olivo, altrimenti detta cultivar, è la specie di olivo, olive e quindi olio che se ne ricava da una data specifica pianta.

L’Italia è il secondo maggior produttore di olio extra vergine di oliva al mondo dietro la Spagna, tale primato, quello del secondo posto, è condiviso a seconda delle annate con la Grecia.

L’Italia però, come nel vino con la Francia, ha il primato di cultivar produttive ossia varietà a livello mondiale; i numeri parlano chiaro e ci danno ragione con netto distacco rispetto a qualsiasi altro competitor-nazione.

In Italia le cultivar censite sono ben 540, alcune sono autoctone altre sono le cosiddette nazionali ossia distribuite su tutto il territorio.

Nella seguente trattazione abbiamo tentato l’impresa ardua di catalogare per zona, dop, igp, regione e peculiarità tutte le cultivar esistenti.

Non siamo riusciti a citarle tutte ma abbiamo fornito al lettore uno strumento valido per districarsi tra quelle che in base alla nostra esperienza riteniamo le principali e più diffuse.

Non ce ne vorranno i produttori di quelle cultivar che non sono state citate, l’articolo è in continuo aggiornamento e siamo aperti a collaborare con chi vorrà, scrivendoci alla mail istituzionale info@oliogaeta.it , aiutarci nella catalogazione totale.

ABRUZZO

L’Abruzzo coltiva circa 51 mila ettari di oliveto, le dop riconosciute sono la Dop Aprutino Pescarese, Pretuziano delle colline Teramane e dop Colline Teatine; le varietà presenti sono molteplici da quelle cosiddette nazionali come il Leccino, passando per l’Intosso (autoctono) che è una varietà dalla duplice natura, nel senso che le sue olive sono atte sia alla produzione di olio che da mensa.

Sono diffuse anche varietà come la Rustica nella zona de L’Aquila e la Dritta di origini antiche molto costante nella produzione ed equilibrata al palato.

MOLISE

Il territorio del Molise è montuoso, gli oliveti quindi sono dislocati sulla parte collinare, la superfice coltivata è di poco meno di 14000 ettari, le cultivar autoctone sono la Licinia, la Rumignana e la Gentile di Laurino; seppure diverse tra di loro il trait d’union è il flavour delicato.

L’unica Dop presente è la Dop Molise.

CAMPANIA

In Campania sono 67000 gli ettari vocati alla coltura dell’olivo, inoltre, sono presenti le Dop Cilento, Dop Colline Salernitane, Dop Penisola Sorrentina, Dop Irpinia- Colline dell’Ufita e Dop Terre Aurunche.

Le varietà autoctone sono le seguenti:

Rotondella e Carpellese nella zona di Salerno.

Rotondella, Pisciottana e Salese nel Cilento.

Ortolana, Racciopella e Ortice nel Beneventano.

PUGLIA

La Puglia è il maggior produttore di olio in Italia, ha quasi 400 mila ettari vocati all’olivicoltura, svariate cultivar, climi, terreni e dop; il tutto si traduce con due parole abbondante varietà.

Nella provincia di Foggia sono coltivate cultivar come la Coratina, originaria di Corato, varietà dal fruttato intenso con piccante ed amaro equilibrati; la Peranzana varietà, impiantata dal Principe Edmondo De Sangro a Torremaggiore, dalla quale discendono oli piccanti dal fruttato medio; l’Ogliarola; Rotondella e Leccino dal quale discendono oli delicati.

Nella BAT (Barletta-Andria-Trani) sono molto diffuse la coratina ed altre varietà piccanti e dal fruttato intenso.

Bitonto è famosa per i suoi oli leggermente fruttati e dal retrogusto mandorlato ottenuti grazie alla varietà Cima di Bitonto.

Nel Brindisino e in provincia di Taranto è molto diffusa la Cima di Mola.

Oli dal carattere e dal gusto inconfondibile sono presenti nel barese e nel salento dove sono coltivate cultivar come l’Ogliarola e la Cellina di Nardò, oltre a quelle sopra citate.

Le Dop presenti sono le seguenti:

Dop Terra di Bari, Dop Dauno, Dop Collina di Brindisi, Terra D’Otranto, Terre tarentine.

Presente anche l’IGP PUGLIA.

BASILICATA

La coltivazione dell’olivo in Basilicata risale ai tempi della Magna Grecia, è presente la Dop Vulture, gli ettari sono circa 30 mila gli oli sono delicati, dai sapori tenui e leggermente fruttati.

Le varietà coltivate sono l’Ogliarola e la Rotondella derivanti dalla varietà pugliese, la Palmarola e l’Angelilla.

CALABRIA

In Calabria gli ettari coltivati ad olivo sono circa 170 mila, le Dop sono l’Alto Crotonese, Lametia e Bruzio; è presente anche l’IGP CALABRIA.

Le varietà coltivate sono la Carolea molto prolifica in termini di resa, l’Ottobratica, la Roggianella e la Grossa di Gerace; queste danno vita ad oli equilibrati, freschi e fruttati.

SICILIA

In Sicilia la coltivazione dell’olivo risale alla Magna Grecia, gli ettari vocati a questa coltivazione sono circa 140 mila, le Dop sono ben sei ed è presente anche un IGP Sicilia dal 2016.

Le dop sono Monti Iblei, Valli Trapanesi, Val di Mazara, Monte Etna, Valdemone e Valle del Belice.

Le varietà sono molteplici, ed hanno anche una duplice attitudine quella di poter essere sia olive da mensa che olive da olio, in generale gli oli siciliani sono caratterizzati dal fruttato erbaceo e dal profumo e retrogusto che ricorda il pomodoro.

Le cultivar più note sono la Moresca; la Nocellara Etnea che prende il nome dall’Etna ed è caratterizzata da un fruttato leggero con un lieve retrogusto amaro; note sono anche la Nocellara del Belice, la Biancolilla e la Cerasuola della zona di Trapani.

SARDEGNA

La Sardegna ha 31 mila ettari vocati all’olivicoltura, presenta una Dop Sardegna che comprende alcune cultivar quali la Tonda di Cagliari, la Tonda di Villacidoro, la Semidana e la Bosana.

Le altre varietà coltivate sono la nera di Gonnos, l’Olianedda, la Piezz’e Carroga e la Paschixedda.

Gli oli sono delicati, dai profumi fini e dai sentori erbacei.

TOSCANA

La Toscana è una regione estesa, con una superficie coltivata ad olivo di 90000 ettari, in Toscana esistono diverse Dop tra le quali figurano la Dop chianti classico, Dop terra di Siena, Dop terra di Lucca, Dop Seggiano; inoltre, è presente anche l’Igp olio extra vergine di oliva toscano.

Gli oli differiscono tra di loro in base al tipo di terreno ed ai microclimi presenti, questo ha come conseguenza la presenza oli diversi per zona e per gusto anche se provenienti dalla medesima varietà.

La tipicità degli oli toscani, quella che li accomuna tutti, è di essere verdi, dal piccante ed amaro equilibrato con aroma intenso di erbe.

Le cultivar principali sono Frantoio, Leccino, Moraiolo, Olivastra, ma sono presenti anche altre cultivar tipiche come la Punteruolo in Versilia, la Razzo a Pisa e Maremmano nel Grossetano.

UMBRIA

La coltivazione olivicola umbra (ettari 27000) risale alla colonizzazione perpetrata dall’antico popolo degli etruschi, gli olivi creano un suggestivo paesaggio collinare.

L’Umbria vanta una dop, dop Umbria, sin dal 1997, la specificità della dop è che copre l’intero territorio regionale.

Le cultivar sono molteplici ma quelle principali sono l’Agogia che è una varietà dolce dal fruttato delicato;

il Moraiolo dal quale discendono, invece, oli dal fruttato intenso ma equilibrato.

MARCHE

Le cultivar presenti nella regione sono il Frantoio, il Leccino, la Carboncella, la Raggiola ed il Cartoceto, il più importante tanto che esiste una dop apposita a lui dedicata, questa varietà è caratterizzata da olii dal colore verde tenue, fruttato medio, con retrogusto di nocciola e paglia.

Menzione d’onore spetta all’Ascolana tenera nata come oliva da mensa ma recentemente utilizzata anche come oliva da olio ed il risultato è piuttosto notevole.

Ettari 13000

DOP CARTOCETO

LAZIO

Nel lazio la coltivazione dell’olivo (ettari 80000) risale all’epoca degli etruschi e dei romani.

Le dop presenti sono molteplici DOP SABINA, DOP TUSCIA, DOP CANINA, DOP COLLINE PONTINE.

La Sabina è la dop istituita a tutela delle varietà di Frantoio, Leccino, Pendolino, Moraiolo, Rosciola, Carboncella, Raja, Olivastrone, Olivaga, Salviana.

Gli olii ottenuti dalle sopracitate cultivar prodotte nell’incantevole territorio collinare si lasciano apprezzare per il piccante ed amaro equilibrato ed il fruttato medio.

La cultivar più famosa e diffusa del Lazio resta comunque l’Itrana.

LIGURIA

Nella regione Liguria sono presenti diverse cultivar, gli ettari vocati alla coltivazione dell’olivo sono ben 13 mila, è presente una DOP nata nel 1997 chiamata DOP RIVIERA LIGURE.

La cultivar più nota è la Taggiasca, dal colore giallo dorato, delicata e tenue è la regina delle cultivar di olive da olio ‘’dolce’’, aroma tenue di frutta secca e pinolo.

Inoltre, è presente la Biancarda sapore gentile, privo di fruttato, tardiva nella maturazione tanto che si raccoglie ad aprile.

Altre cultivar: Lavagnina, Razzola, Pignola, la Colombara, la Mortina, il Principino, la Pietrasantina e la Lizona.

LOMBARDIA

In Lombardia sono coltivati 2350 ettari di ulivo e sono presenti due Dop la DOP GARDA e la DOP LAGHI LOMBARDI.

Le cultivar della Lombardia sono dolci, tra queste ci sono la Casaliva e la Sbresa, caratterizzate da note vegetali e sentori di nocciola oltre che da lievi fruttati; sono state impiantate cultivar cosiddette nazionali in quanto distribuite su tutto il territorio come il Leccino, il Pendolino, Frantoio e Moraiolo.

TRENTINO

In Trentino sono coltivati solo 310 ettari di oliveto, le cultivar presenti sono il Leccino, Frantoio, Favarol, Pendolino, Rossanel è presente anche qui la Dop Garda poiché estesa alla sottozona Trentino.

VENETO

Gli oliveti coltivati in Veneto ammontano a 3500 ettari; le cultivar sono verdi, fruttate e sapide, le dop presenti sono la DOP VENETO E DOP GARDA.

Le cultivar autoctone sono Grignano, Favarol, Trep, Rasara, Casaliva, Marzemino, Riondella, Matosso.

Le varietà nazionali presenti sono il Leccino, Frantoio, Maurino e Pendolino.

FRIULI-VENEZIA GIULIA

Il Friuli-Venezia Giulia vanta un primato che è quello di aver cominciato a coltivare l’ulivo con i romani.

Nel 1929 però tutto venne perduto a causa di una tremenda gelata che si abbatté sui campi, questo evento nefasto portò alla distruzione di diverse colture, tra le quali il 90% della superfice olivetata.

Oggi sono presenti solo 250 ettari suddivisi tra le cultivar Binachera e Buga entrambe fini e fruttate.

Presente la Dop tergeste che è l’antico nome di Trieste.

EMILIA-ROMAGNA

In Emilia-Romagna sono coltivati circa 4300 ettari di olivo e sono presenti due Dop la DOP Brisighella e la Dop Colline di Romagna.

Nell’entroterra riminese sono presenti il Corregiolo ed il Leccino; caratterizzate da profumo fruttato con note erbacee ed amaro e piccante appena percepiti, le sensazioni gustative sono quelle di mandrola, pomodoro e carciofo.

Nella zona Ravennate è presente la cultivar Brisighella caratterizzata da gusto fruttato e toni vegetali che possono ricordare erbe aromatiche quali il prezzemolo ed alcuni ortaggi.

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